Situata su un’altura a quattro miglia da Carovigno, il complesso monumentale è solo l’emergenza esterna di un più antico insediamento in rupe. Esso si presenta formato da una chiesa sub-divo affiancata da fabbriche di varie epoche e da un sistema di grotte naturali disposte su due diversi livelli cui si accede da un arco esistente sul lato destro della cappella. Il tratto della scalinata presenta un vano voltato a botte con un ingresso murato sulla destra e un’absidiola affrescata sulla sinistra. Uno degli affreschi raffigura una Vergine con Bambino datata 1530. Da questo vano, dopo una breve scalinata, si accede alla cripta superiore che contiene un’edicola datata 1501 e commissionata dai Loffreda, feudatari di Carovigno, allo scultore ostunese Giovanni Lombardo. Questa edicola cinquecentesca inquadra un affresco della “Vergine di Belvedere” che reca in mano un uccellino. Prima di scendere nella cripta inferiore sotto l’arco di accesso si possono intravedere frammenti di un affresco raffigurante l’Arcangelo: questo confermerebbe l’originario toponino “S.Angelo di Luco”, presente in un documento del 1160 e riferibile proprio all’attuale santuario di S. Maria di Belvedere, altrove denominata “S.Maria di Lucola” (doc. del 1710). L’ultima e più profonda cripta a circa 12 m. contiene altri due affreschi della Vergine col Bambino, di cui quello più antico tributario del gotico senese, è ascrivibile al tardo trecento. L’altro affresco, inquadrato, in un altare barocco rappresenta ancora la Madonna di Belvedere che, sebbene rimaneggiata più volte, reca ancora i segni della sua origine quattrocentesca. La definitiva sistemazione in stile neoclassico della cappella sub divo risale al 1875, per volere del Conte Alfredo Dentice, come attesta una lapide sulla facciata.
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