Lo stemma composto da mons. Giovanni Intini condensa in sé molte accezioni e rimandi. Lo smalto scelto per il campo principale dello scudo è d’azzurro nella tonalità cobalto; è il colore per eccellenza del cielo e dell’infinito: è anche un omaggio a Sua Santità papa Francesco che lo ha eletto e che lo usa nel suo blasone.
Tre le figure scelte. Nella posizione più nobile, così come previsto dalle leggi araldiche, la figura dell’agnello attraversato dalla croce gigliata, verosimilmente richiama al legame con la chiesa locale che ha generato in Mons. Giovanni Intini la fede e la vocazione. Bellissime e molto evocative delle radici territoriali le figure scelte poste al di sopra dello scaglione. A sinistra brilla la “stella del mattino” argentea ad otto punte: secondo la tradizione araldica, è il simbolo per eccellenza della devozione alla Beata Vergine Maria. A destra invece, sempre in argento, la conchiglia. È il simbolo per eccellenza dei santi pellegrini. Impossibile non pensare al confessore della Carità, san Rocco di Montpellier, così caro alla terra d’origine di mons. Giovanni Intini essendo venerato e amatissimo compatrono di Noci.
Infine il cartiglio dove è inscritta la prima parte del versetto trentesimo, del capitolo terzo, del Vangelo di Giovanni: «Illum oportet crescere», “Egli deve crescere”, e la crescita nella relazione con Dio è l’augurio più grande che tutta la comunità diocesana dedica al neo arcivescovo.