“Diventeremo un bellissimo arazzo se ognuno di noi fa ciò che deve fare.”
Così l’Arcivescovo, mons. Domenico Caliandro furante il discorso alla città allo sbarco delle reliquie e delle immagini dei santi patroni Teodoro e Lorenzo.
“Come Teodoro, essere cristiani non può significare essere vino annacquato, ma diventare testimoni fino al sangue, altrimenti siamo insignificanti.
Come Lorenzo, occorre essere servi del Vangelo con passione e studio.”
Le due “anime” della città, i due santi patroni, son stati ricordati per la forza, la determinazione, il coraggio, ma anche per la cultura, per l’ingegno, lo studio.
L’Arcivescovo ha inoltre fatto riferimento all’enciclica “Laudato sii” e ai recenti sconvolgimenti climatici, ponendo una analogia con il clima di odio e astio, affermando che “Occorre potare queste forme educative sbagliate che avvelenano le nostre relazioni. Occorre riscoprire una ecologia del cuore dove gli uragani della vita non devastano, se abbiamo lavorato per bene.”
Ecologia del cuore che combatte la paura di essere derubati dagli altri e impedisce di aprirsi all’accoglienza della diversità.
In ultimo una esortazione rivolta a tutti e ciascuno: “Non un popolo che va alla deriva, ma un popolo in cammino che alle provocazioni sa rispondere col Vangelo della vita!”