I week-end voluti dall’Arcivescovo per le coppie di fidanzati
Convinzione assai diffusa, oggigiorno, è quella che i giovani siano sempre meno propensi a sposarsi e a tirar su famiglia. Vuoi per le ben più difficili condizioni economiche rispetto a una volta, vuoi per l’incertezza nella stabilità dei rapporti che la società odierna pare quotidianamente accentuare, l’idea di fare il grande passo verso l’altare sembra sempre meno allettare le coppie del terzo millennio. Sembra, appunto. Perché quanto ci apprestiamo a raccontarvi dimostrerà come non sempre tale tendenza sia confermata ma che, anzi, possa essere smentita. Si stanno svolgendo, infatti, a Ostuni presso il centro pastorale Madonna della Nova i vari turni di week-end residenziali per i fidanzati (veri e propri ritiri spirituali di tre giorni) fortemente voluti dal nostro Arcivescovo mons. Caliandro. Domenica 24 febbraio, davanti al nostro vescovo Domenico, si è chiuso il terzo week end, guidato da don Andrea Mingolla. Il secondo, invece, è stato guidato da don Angelo Amico e si è concluso domenica 10 febbraio 2019. Quella sera ho potuto partecipare anch’io al momento finale, a cui erano invitati amici e genitori dei fidanzati. Alla presenza del Vicario Generale mons. Fabio Ciollaro, inrappresentanza dell’Arcivescovo, le 19 coppie di fidanzati, ad una ad una, hanno testimoniato davanti a tutti la loro gioia al termine di questa esperienza molto coinvolgente. Ho constatato che, al contrario di quanto si pensa, ci sono ancora tante coppie che hanno il desiderio di formare una famiglia, di mettere al mondo dei figli e diventare, quindi, padri e madri. Essi però sentono la necessità di una ragione in più per dire che fare di due una vita sola ne vale davvero la pena.
Questi ritiri spirituali per fidanzati sono organizzati secondo una logica per cui i partecipanti provengano di volta in volta dalla stessa città o dal medesimo paese, per far sì che ilegami intessuti in questi tre giorni, dal venerdì alla domenica, non vadano dispersi ma possano, invece, perdurare ed essere disostegno alle coppie pure dopo il fatidico “sì”. Sostegno che deve provenire in primo luogo dalle rispettive famiglie d’origine. Erano tante quelle che hanno voluto partecipare a questo momento finale. I genitori, invitati dagli organizzatori all’insaputa dei figli, e li hanno commossi con la sorpresa della loro presenza e hanno potuto prendere atto delle conclusioni a cui i figli sono giunti in questi giorni molto intensi: poco meno di settantadue ore, in cui hanno ravvivato l’amore vicendevole, a stretto contatto con l’amore di Dio per loro.
D’altronde lo scopo di queste full-immersions, se ci è permesso chiamare così queste esperienze, non è solo l’opportunità di rispolverare le ragioni di un rapporto che con l’andar del tempo rischiano di essere dimenticate ma di scoprirne di nuove, in modo particolare quella per cui tanto prima quanto, ancor di più, dopo in un matrimonio non si sia soltanto in due ma, anzi, in tre! La coppia con Gesù! E possiamo assicurarvi che è davvero molto bello ed emozionante vedere come al termine di una tre giorni, a cui molti arrivano con un certo scetticismo e altri con non poca diffidenza, i futuri sposi della nostra Arcidiocesi tornino nelle proprie realtà ancora più convinti di questa loro decisione di sostenersi per tutta la vita, insieme a Gesù. E’ stato bello constatare anche il legame che si era creato fra tutte le coppie presenti. Il loro reciproco dichiararsi l’uno per l’altro davanti a chi, prima sconosciuto, con loro e come loro ha vissuto questa esperienza , di lì in poi farà crescere e progredire la grande famiglia di Dio.
Luca Nigro
[da “Lo Scudo” – Ostuni – marzo 2019)