A Ostuni, nel palazzo Aleo, donato da don Peppe come casa canonica, è deceduto oggi 10 marzo 2019 padre Derek Stanislao Misquita, a 85 anni di età e 59 di sacerdozio. La salma domani mattina alle 9 verrà portata nella chiesa di S.Antonio. Nel pomeriggio l’Arcivescovo mons. Caliandro presiederà i funerali alle ore 16 nella parrocchia SS.Annunziata.
Si spegne così una figura fortemente caratterizzata, proveniente dal Pakistan e trapiantata ormai da quasi quarant’anni nella nostra diocesi. Un certo riserbo avvolgeva ciò che aveva vissuto nel Paese di origine. Ne era partito con passaporto turistico. In realtà, era stato costretto a lasciare la sua terra a causa della situazione politica e dei pericoli che correva personalmente. Intelligente, volitivo, di buona cultura, figlio del sindaco di una grossa città, anche lui aveva cercato di unire al ministero sacerdotale l’impegno sociale a favore dei poveri. Per tale impegno non ebbe vita facile e alla fine, d’intesa con il suo vescovo, ritenne necessario allontanarsi e decise di venire in Italia, dove già era stato per motivi di studio nelle facoltà teologiche romane. Le vie della Provvidenza gli fecero trovare ospitalità in Ostuni, grazie all’indimenticabile don Peppe Aleo, che lo prese in casa con sè. Mons. Todisco, sulla base delle lettere di presentazione del suo Ordinario, lo accolse, gli diede fiducia, lo aiutò a regolarizzare la sua posizione, e, una volta ottenuta la cittadinanza italiana, lo incardinò nella nostra diocesi.
Così, dunque, iniziò la nuova fase della vita di padre Derek. Egli ricambiò la generosità di don Peppe offrendogli rispetto, compagnia in casa e collaborazione in parrocchia. Alla morte dell’anziano sacerdote, gli subentrò prima come amministratore e poi come parroco di S.Antonio. Pur forte di carattere, nel corso del suo ministero pastorale si è sforzato di capire l’umile gente di quella zona della città, che andava progressivamente spopolandosi, e ne ha guadagnato l’affetto. In varie maniere ha cercato di farsi carico di alcune situazioni difficili, a volte senza badare molto alle ragioni della prudenza. Per diversi anni si è dedicato con convinzione ad assistere le comunità neocatecumenali ostunesi. Ha cercato di inserirsi pienamente nel nostro contesto e nella mentalità occidentale, ma, osservando, leggendo e ragionando, non ha rinunziato ad esprimere il suo punto di vista sulla prassi pastorale, su alcuni aspetti delle leggi canoniche e sul futuro della Chiesa in occidente. I vescovi che si sono avvicendati in diocesi, però, hanno creduto sempre alla sua buona fede, hanno dialogato tante volte con lui e gli hanno manifestato benevolenza. Anche il clero locale lo ha accolto con apertura di cuore. Terminato il mandato di parroco, in questi ultimi anni ha aiutato come ha potuto gli altri sacerdoti e ha assicurato la Messa quotidiana a “La Nostra Famiglia”. Dopo una vita così intensa, la sua anima, purificata dall’amore di Dio, ora riposi in pace. Don Peppe certamente sarà felice se anche lassù potrà tenerlo vicino a sè. (dFC)